Jesùs Jofre Mila: Incontro con alieni di altre dimensioni
Incontro con alieni di altre dimensioni
Tutto iniziò il 25 Marzo 1971, quando Jesùs Jofre Mila svolgeva il servizio militare nella Estación de Vigilancia Aérea 4 (EVA4), una caserma situata a Rosas, Girona (Spagna). Quel giorno accadde qualcosa di “allucinante”. Jesùs e i suoi compagni furono testimoni di un incontro ravvicinato del terzo/quarto tipo.
Nel sito EVA4 c’è un radar militare principalmente responsabile del controllo dello spazio aereo e marittimo per i mezzi che provengono dal confine francese, più precisamente dai Pirenei. Ma la sera del 27 Marzo del 1971 accadde un evento eccezionale: sopra la torre dove si trovano le antenne a microonde appare un disco volante dal quale poi scenderà un umanoide dall’aspetto terrestre.
Jesùs ricorda che quella sera si trovavano all’interno della struttura e stava guardando la TV con i suoi compagni quando ad un certo punto i cani (pastori tedeschi) cominciano ad abbaiare senza alcuna ragione, inizialmente decidono di uscire fuori per dare un’occhiata ma non vedendo nulla di anomalo tornano dentro. L’ex militare ricorda che dovettero sopportare i cani per tutta la sera, per loro abbaiavano senza alcuna ragione fin quando ad un certo punto videro una luce intensa che li incuriosì tanto da farli uscire fuori a controllare. Fu proprio in quel momento che videro un’astronave di forma discoidale sospesa nell’aria proprio dove si trovava l’antenna microonde militare. Il disco volante emetteva delle luci di color verde e giallo e rimaneva apparentemente immobile posizionato a pochi metri da terra.
I militari armati di fucili e pistole di servizio si avvicinarono insieme ai cani addestrati fino a quando uno di questi, ad un certo punto si ferma e continua ad abbaiare, così i militari procedono come si fa in quei casi, ossia, chiedendo se ci fosse qualcuno e di farsi riconoscere, ma non ottennero alcuna risposta e così furono costretti a sparare qualche colpo. Stando alla testimonianza di Jesùs Jofre Mila, apparse dal nulla la sagoma di un essere abbastanza alto e da quel poco che riuscirono a intravedere sembrava un comune uomo terrestre con la sola differenza che indossava apparentemente una specie di divisa, dalla quale risaltava ai loro occhi il cinturone con uno strano simbolo.
Jesùs Jofre Mila non è in grado di stabilire quanto tempo durò l’intero fenomeno, ricorda che ad un certo punto lo strano essere sparì nel nulla con il suo mezzo. Jesùs ricorda anche, che ci fu un guasto elettrico e le apparecchiature non funzionavano.
Ad ogni modo, lui e i suoi colleghi vennero subito contattati per via degli spari. I superiori non avendo assistito ad alcun fenomeno di luce pensarono che i ragazzi (lui e i suoi compagni) erano probabilmente bevuti e giocarono da incoscienti con le armi, quindi era prevista una sanzione. A salvarli dalla punizione fu un oggetto di metallo (scusate ma vado a memoria e non ricordo bene di cosa si trattava) che si trovava nelle vicinanze, il quale pare si fosse fuso, e ne mancava un bel pezzo, circa 50 cm. Probabilmente si trattava di un qualcosa che sosteneva la grossa antenna, ma non vorrei dire una stupidata quindi non prendetela per buona. Tuttavia, non è poi così importante considerando quello che accade dopo.
Insomma, lui e i suoi compagni di naia vengono creduti dai loro superiori, riescono in qualche modo a dimostrare che hanno sparato quei colpi per un motivo valido e non per gioco. I superiori si convinsero ancor di più dopo l’interrogatorio dove i militari raccontarono la stessa versione, presi separatamente. Gli stessi militari chiedono a quel punto di controllare se i radar avessero registrato qualcosa di anomalo ma la risposta fu negativa, la tecnologia di questo mezzo alieno fu in grado di eludere i radar.
Jesùs racconta che dopo qualche giorno si presentarono tre militari americani che interrogarono lui e i sui compagni, seguendo un protocollo ben preciso, come se non era la prima volta che sentivano una cosa del genere. Un fatto che lascia qualche perplessità fu che li fecero posizionare davanti un muro bianco dicendogli di dimenticare l’intera faccenda, scattando una foto con un flash abbastanza potente. Jesùs non sa spiegarsi come, ma la faccenda dei militari americani se la dimenticò fin quando non riprese l’argomento diversi anni dopo, con un suo vecchio compagno di leva. Insomma secondo lui questi uomini gli hanno fatto qualcosa (anche se non ricorda cosa) per fargli cancellare dalla mente quell’interrogazione, una sorta di MIB.
L’uomo racconta che il fenomeno si ripete pochi giorni dopo. Quella volta non videro nessuno strano essere ma una luce che veniva emanata da un qualche mezzo aereo non identificato. In quell’occasione erano presenti parecchi testimoni, ragione in più per credere alla loro vecchia versione. Ad ogni modo, quel fenomeno finì nel dimenticatoio e non se ne parlò più.
Ma per Jesùs non finì così
Questo è stato l’inizio del suo percorso di vita. Dopo nove anni da quell’incontro con l’essere alieno, decide di intraprendere una ricerca personale perché vuole sapere di più, non si dà pace e vuole a tutti i costi trovare una spiegazione a quel fenomeno che lo ha lasciato in qualche modo perplesso e che considera al di fuori della sua comprensione.
Jesùs nel frattempo mette su famiglia e figli, ma decide ugualmente di indagare su quello strano fenomeno. Lo fa intraprendendo la strada della meditazione, egli crede che conoscendo se stesso potrà aprire la sua mente, alzando il suo livello di consapevolezza e arrivando in qualche modo a comprendere ciò che per molti è incomprensibile, ovvero le energie sottili ed invisibili che ci circondano.
Grazie alla sua tenacia e determinazione, attraverso varie tecniche di rilassamento, meditazione e yoga, riesce ad essere più ricettivo e dopo qualche tempo entra in contatto telepaticamente con lo stesso essere che poi scoprirà provenire da una dimensione superiore, dove il suo corpo non è così denso come il nostro.
Jesùs e la sua famiglia vivevano in un piccolo paesotto nei Pirenei catalani. Le sue ricerche lo porteranno a conoscere nuove persone come lui interessate al fenomeno UFO, e intraprenderà qualche viaggio in Sud America.
Questa entusiasmante esperienza gli cambierà la vita, tra le varie “avventure” in gran parte mentali (quindi si parla di canalizzazioni) non mancherà di conoscere anche “fisicamente”, dapprima, un solo essere che incontrerà tramite un messaggio telepatico dove gli verrà indicato un luogo e un determinato giorno (non molto distante da casa sua, ad ogni modo era in montagna a fine dicembre), e poi, conoscerà un gruppo di persone dall’apparenza normale, ma che scoprirà subito dopo provenire da un’altra dimensione.
La storia di Jesùs Jofre Mila è davvero curiosa, egli afferma di aver dialogato personalmente con persone che dimostravano apparentemente dai 25 ai 30 anni, ma poi scoprirà che avevano 80-90 anni. Come se non bastasse, Jesùs parla di una donna che dimostrava la mezza età, la quale poggiandogli una mano (adesso mi sfugge se era sulla spalla, sul braccio, o in testa) gli fa intravedere 7 delle sue vecchie reincarnazioni sulla Terra, dove stando a quel che racconta, ebbe sempre a che fare in qualche modo con la religione o con l’alchimia. Ricorda di aver vissuto all’epoca di Atlantide, di Cristo e di Re Artù, dove in quest’ultima afferma che Merlino fu veramente esistito e lui niente meno, era un suo discepolo.
Affermerà poi, che la donna vede le sue stesse visioni delle vite precedenti e gliele descrive, e non solo, quando gli chiederà l’età dirà che non può rispondere poiché esiste da un numero di anni terrestri troppo elevato quindi al di fuori della nostra comprensione terrestre.
Jesùs Jofre Mila scrive due libri, viene invitato a varie conferenze, e organizza viaggi spirituali.
L’uomo sostiene che tutti noi siamo pura luce, che siamo molto di più di ciò che ci appare, e che con l’aiuto della meditazione potremmo sviluppare delle doti che sono in ognuno di noi, ma dormienti.
Jesùs parlerà di un alieno che si farà chiamare Sharhim con il quale stringerà un tipo di amicizia particolare. Sarà questo essere che lo aiuterà ad aprirsi mentalmente riuscendo così a canalizzare i suoi messaggi. Lo incontrerà anche fisicamente, ma per saperne di più bisognerebbe leggere uno dei suoi libri dove ne parla: “Contacto Ovni: mi esperiencia personal”, che purtroppo pare sia introvabile in lingua italiana.
Concludendo..
Da quel che ho potuto vedere, giusto qualche intervista di circa un’ora l’una su YouTube, compresa una registrata in casa (forse la sua chi lo sa), quest’uomo sembra essere sincero. Analizzando quel poco materiale che mi è passato tra le mani (si fa per die) l’unica cosa che non condivido personalmente è che lo stesso Jesùs sembra abbia voluto “giocare sporco” nel senso che probabilmente voleva a tuti i costi canalizzare con questi esseri e pare abbia anche fatto uso di sostanze “allucinogene”.
Ora, io capisco che certe sostanze allucinogene sono vecchie come il nostro pianeta, quindi molte antiche civiltà le utilizzavano per entrare in contatto con altre dimensioni, tra questi ricordiamo ad esempio gli Indiani. Sarà sicuramente vero che si tratta di roba naturale in grado di alterare la nostra percezione, però mi domando, è possibile che una persona, per canalizzare deve assumere certe sostanze?
Ed è per questo che ho utilizzato il termine “giocare sporco”. Perché non c’è bisogno di meditare o di essere una persona con una certa apertura mentale. Qualsiasi persona se assume queste sostanze allucinogene vede il mondo in maniera totalmente differente, ovviamente non si tratta di un gioco e abusarne può essere molto pericoloso, insomma si rischia di rimanere scioccati tutta la vita, ed è proprio per questo che sono contrario a certi metodi.
Tuttavia, lo stesso Jesùs Jofre Mila era lucido ai tempi del servizio militare, e anche (pare) nel suo primo contatto in montagna, quando racconta in una sua intervista che nevicava, e che lascia sua moglie a casa a guardare il bambino, o bambini. Diciamo che alcune volte ha preferito intraprendere la strada più breve.
Ad ogni modo, nei video che ho visto io, dalla sua bocca non è mai uscito che per contattare questi esseri ha dovuto assumere sostanze allucinogene, giusto per precisare, ma neanche mi è apparso riluttante nei confronti di tali sostanze, quindi valutate voi il caso.
(javascript deve essere abilitato)