Il Libro degli Spiriti di Kardec
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Il Libro degli Spiriti di Allan Kardec
Allan Kardec, pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail (Lione, 3 ottobre 1804 – Parigi, 31 marzo 1869), fu un pedagogista e filosofo francese conosciuto per essere stato il fondatore e codificatore dello spiritismo, una dottrina filosofica di cui fu il principale divulgatore a livello mondiale.
Come pedagogista, fu uno dei maggiori divulgatori della proposta pestalozziana di educazione nel XIX secolo. Pubblicò libri di grammatica, aritmetica e suggerimenti per il miglioramento della pubblica istruzione in Francia. Fu professore di fisiologia, astronomia, fisica e chimica al Liceo Polimatico, a Parigi.
Dal 1854, si dedicò allo studio dello spiritismo, che allora era molto in voga e interessava diversi scienziati e filosofi.
All’epoca la spiegazione più diffusa era quella del magnetismo animale, ma Kardec, rifiutò questa ipotesi, ritenendola insufficiente, e cercò di elaborare un sistema di pensiero in cui le manifestazioni spirituali aiutassero la trasformazione sociale e morale dell’umanità. Con questa motivazione, dedicò gli ultimi anni della sua vita alla sistematizzazione dello spiritismo.
Studiò a Yverdon (Svizzera) con il celebre Johann Heinrich Pestalozzi del quale diventò un eminente discepolo e collaboratore. Si dedicò alla divulgazione del sistema di educazione che influenzò la riforma degli studi in Francia e Germania. Parlava tedesco, inglese, italiano, spagnolo e olandese. Tradusse in tedesco frammenti di autori classici francesi, specialmente i testi di Fénelon (François de Salignac de la Mothe).
Per chi non lo sapesse questo libro secondo gli autori, è stato scritto quasi interamente sotto dettatura degli spiriti più o meno della stella evoluzione, grazie al ricercatore Allan Kardec. Per chi fosse interessato a determinati argomenti consiglio vivamente la lettura dei suoi libri. La maggior parte di questa opera si svolge con domande e risposte.
Domande del piccolo gruppo di Allan e risposte degli Spiriti, anche incarnati un tempo sulla Terra.
Personalmente ho già letto qualche libro che tratta del fenomeno, e ad essere sincero più o meno parlano degli stessi fenomeni e delle stesse esperienze a cui va incontro l’uomo nella sua vita. Sicuramente gli scettici non leggeranno due righe di quanto segue, e nessuno vuole abbligarli per varie ragioni che non sto quì a discutere, ma per chi fosse interessato al paranormale consiglio la lettura di questo libro.
Ho inserito solo un agomento, che è quello di cui molti uomini ne cercano le prove. La reincarnazione, che a quanto pare non avviene solo su questo pianeta.
Aggiungo ancora solo due righe prima di lasciarvi alla lettura. Tutti i libri che ho letto riguardo a questo argomento, specificano che “togliersi la vita” è un gesto senza senso, porta solo ad un allungamento delle sofferenze dello spirito e influirebbe su i nostri debiti karmici. Lo dico solo perché qualche esaurito mi ha detto, sicuramente scherzando; “allora mi tolgo la vita, visto che mi reincarno, tanto questa vita mi fa schifo!”
Ricordiamoci che Allan Kardec visse dal 1804 al 1869, buon proseguimento
PLURALITA’ DELLE ESISTENZE (tratto da “Il Libro degli Spiriti”)
Della Reincarnazione – Giustizia della Reincarnazione – Incarnazione nei diversi Mondi – Trasmigrazione progressiva – Sorte dei Bambini dopo il Trapasso – Sessi fra gli Spiriti – Parentela, Filiazione – Somiglianze fisiche e morali – Idee innate
Della Reincarnazione
166 – In qual modo l’anima, che non ha conseguito la perfezione durante la vita corporea, può finire di purificarsi?
Risposta: «Col subire nuove esistenze».
Domanda: – Come compie l’anima queste nuove esistenze? Forse trasformandosi, ma rimanendo sempre allo stato di Spirito?
Risposta: «L’anima, purificandosi, soggiace senza dubbio a trasformazione; ma per purificarsi le occorre la prova della vita corporea».
Domanda: – Dunque l’anima ha più esistenze corporee?
Risposta: «Sì: noi tutti abbiamo avuto parecchie esistenze. Coloro che dicono il contrario, vogliono mantenervi nell’ignoranza, in cui sono essi stessi».
Domanda: – Da questo principio sembra risultare che l’anima, dopo aver abbandonato un corpo, ne prenda un altro: il che vuol dire che essa si reincarna in un nuovo corpo. E’ così che va inteso?
Risposta: «Precisamente».
167 – Qual’è lo scopo della reincarnazione?
Risposta: «Espiazione e miglioramento progressivo dell’umanità; senza di che, dove sarebbe la giustizia?».
168 – Il numero delle esistenze corporee è limitato, o invece lo Spirito si reincarna perpetuamente?
Risposta: «Ad ogni nuova esistenza lo Spirito fa un passo nella via del progresso; quando poi si è spogliato di tutte le sue imperfezioni, non ha più bisogno delle prove della vita corporea».
169 – Il numero delle incarnazioni è lo stesso per tutti gli Spiriti?
Risposta: «No, chi progredisce rapidamente, si risparmia nuove prove. In ogni modo queste incarnazioni successive sono sempre numerosissime, poiché il progresso è quasi infinito».
170 – Che diventa lo Spirito dopo la sua ultima incarnazione?
Risposta: «Spirito beato, perché puro».
Giustizia della Reincarnazione – Il Libro degli Spiriti di Allan Kardec
171 – Su che si appoggia il principio della reincarnazione?
Risposta: «Sulla giustizia di Dio e sulla rivelazione, giacché noi ve lo ripetiamo di continuo. Un buon padre lascia sempre aperto ai suoi figli un adito al pentimento. Non vi dice forse la ragione, che sarebbe ingiusto privare per sempre della eterna felicità tutti quelli che non ebbero la possibilità di migliorarsi? Forse non sono figli di Dio tutti gli uomini? Solo fra gli egoisti regnano la iniquità, gli odi implacabili e le pene senza remissione».
Kardec: Tutti gli Spiriti tendono alla perfezione, e Dio ne porge loro il mezzo con le prove della vita corporea; ma la sua giustizia vuole che essi possano compiere, in nuove esistenze, ciò che non hanno potuto fare o terminare in una prima prova. Non sarebbe né secondo giustizia, né secondo la bontà di Dio il condannare in eterno coloro i quali hanno potuto incontrare degli ostacoli al proprio miglioramento, contro la loro volontà, ed a cagione dell’ambiente stesso, in cui si trovarono posti. Se la sorte dell’uomo fosse irrevocabilmente stabilita dopo la sua morte, Iddio non avrebbe pesato le azioni di tutti gli uomini nella stessa bilancia, e non li avrebbe trattati con imparzialità.
La dottrina della reincarnazione, cioè quella che consiste nell’ammettere per l’uomo più esistenze successive, è la sola che risponda al nostro concetto della giustizia di Dio per riguardo agli uomini di condizione morale inferiore, la sola che possa spiegarci l’avvenire, e affermare le nostre speranze, poiché ci offre il mezzo di espiare i nostri errori con novelle prove. La ragione ce lo dimostra, e gli Spiriti ce lo insegnano.
L’uomo, che ha la coscienza della sua inferiorità, trae dalla dottrina della reincarnazione i più consolanti presagi. Se crede alla giustizia di Dio, non può sperare di divenire a un tratto e per l’eternità eguale a coloro, che hanno operato meglio di lui; ma il pensiero che questa inferiorità non lo priverà per sempre del godimento supremo, e che potrà acquistarlo mercé nuovi sforzi, lo sostiene nelle prove e rianima il suo coraggio. Chi è colui che, al termine del suo pellegrinaggio terreno non si dolga di avere acquistato troppo tardi una esperienza, da cui non può trarre profitto? Orbene, questa tardiva esperienza non e perduta, giacché se ne avvantaggerà in una nuova esistenza.
Incarnazione nei diversi Mondi
172 – Le diverse esistenze corporee si effettuano tutte sulla terra?
Risposta: «No, ma nei diversi mondi: quella di quaggiù non è né la prima, né l’ultima, ma tuttavia una delle più materiali e lontane dalla perfezione».
173 – L’anima passa da un mondo all’altro ad ogni nuova esistenza corporea, o può compierne varie sullo stesso globo?
Risposta: «Può rivivere più volte sullo stesso globo, se non è progredita abbastanza, perché meriti d’incarnarsi in uno superiore».
Domanda: – Cosicché possiamo comparire più volte sulla terra?
Risposta: «Certamente».
Domanda: – Possiamo ritornarvi dopo essere vissuti in altri mondi?
Risposta: «Sì: voi potete aver già vissuto altrove e sulla terra».
174 – E’ proprio necessario rivivere sulla terra?
Risposta: «No; ma, se non progredite, potete andare in un altro globo, che non è certo migliore, ma può essere anche peggiore».
175 – Ha qualche vantaggio chi ritorna ad abitare la terra?
Risposta: «Nessun vantaggio particolare, a meno che non vi ritorni in missione».
Domanda: – Non sarebbe maggior felicità rimanere allo stato di Spirito?
Risposta: «No, no! Si rimarrebbe stazionari, mentre è necessario progredire verso Dio».
176 – Gli Spiriti, dopo essere vissuti in altri mondi, possono incarnarsi in questo, senza esservi mai comparsi prima?
Risposta: «Sì: alla stessa maniera voi potete incarnarvi altrove. Tutti i mondi sono solidali: ciò che non si compie in uno, si può compiere in un altro».
Domanda: – Ci sono dunque uomini, i quali sono venuti per la prima volta sulla terra?
Risposta: «Molti, e di diversi gradi».
Domanda: – Si può riconoscere da qualche segno, se uno Spirito fa la prima apparizione sulla terra?
Risposta: «No, perché non gioverebbe a nulla».
177 – Per giungere alla perfezione e alla felicità suprema, ultimo fine di tutte le creature, deve lo Spirito passare per tutti i mondi, che esistono nell’universo?
Risposta: «No; poiché ci sono molti mondi dello stesso grado, nei quali lo Spirito non imparerebbe nulla di nuovo».
Domanda: – E allora come spiegare la pluralità delle sue esistenze sullo stesso globo?
Risposta: «Col riflettere che egli ogni volta vi si può trovare in condizioni sempre differenti, le quali sono per lui tante occasioni per acquistare conoscenza».
178 – Possono gli Spiriti reincarnarsi in un globo relativamente inferiore a quello su cui sono già vissuti?
Risposta: «Sì, quando hanno da compiervi una missione per contribuire al progresso dell’umanità che vi abita; nel qual caso accettano con gioia le tribolazioni di quella esistenza, perché porgono loro il mezzo di progredire».
Domanda: – Non accade così anche per espiazione, potendo Iddio mandare Spiriti ribelli in mondi inferiori?
Risposta: «Gli Spiriti possono rimanere stazionari, ma non tornare indietro: la loro punizione consiste nel non progredire e nel ripetere le esistenze male impiegate nel mezzo più confacente alla loro natura».
Domanda: – Quali Spiriti devono ripetere la medesima esistenza?
Risposta: «Quelli che vengono meno al compito e alle prove».
179 – Gli esseri che abitano ciascun mondo, sono giunti tutti allo stesso grado di perfezione?
Risposta: «No, avviene come sulla terra: ce ne sono di più e di meno avanzati».
180 – Nel passare dal nostro mondo in un altro, lo Spirito conserva l’intelligenza che aveva in questo?
Risposta: «Senza dubbio; ma è possibile, che egli non vi abbia più gli stessi mezzi di manifestarla: ciò dipende dal grado del suo avanzamento e dallo stato del corpo, che starà per prendere nella nuova reincarnazione».
181 – Gli esseri che abitano i diversi mondi, hanno corpo come noi?
Risposta: «Naturalmente, poiché è necessario che, per agire sulla materia, lo Spirito sia rivestito di materia; ma questo involucro è più o meno grossolano secondo il grado della purezza dello Spirito, la qual cosa costituisce appunto la diversità dei mondi che dobbiamo percorrere; poiché vi sono molte dimore presso il Padre nostro, e perciò molti gradi. Alcuni lo sanno, e benché si trovino sulla terra ne hanno coscienza; altri no».
182 – Possiamo noi conoscere con precisione lo stato fisico e morale dei diversi mondi?
Risposta: «Noi, Spiriti, non ve ne possiamo dare conoscenza che secondo il grado della vostra comprensione, il che vuol dire, che non dobbiamo rivelare queste cose a tutti, poiché non tutti sono in grado d’intenderle rettamente, e ciò li turberebbe».
Kardec: A mano a mano che lo Spirito si va purificando, il corpo, che egli anima, si avvicina alla natura spirituale. La materia ne è meno densa; egli non si trascina più penosamente al suolo; i bisogni fisici divengono meno grossolani, e gli esseri viventi non hanno più bisogno di distruggersi a vicenda per nutrirsi. Lo Spirito è più libero, ed ha per le cose lontane delle facoltà sensorie, che ci sono ignote. Egli vede con gli occhi del corpo quello che noi vediamo soltanto col pensiero.
La purificazione degli Spiriti si appalesa nelle loro incarnazioni col perfezionamento morale, che indebolisce le passioni e gli istinti animaleschi, e fa sì che l’egoismo ceda il posto al sentimento fraterno. Perciò nei mondi superiori al nostro non si conoscono le guerre, e gli odii e le discordie non hanno ragione di essere, perché nessuno pensa di fare torto al suo simile. L’intuito che hanno del proprio avvenire, e la sicurezza che traggono da una coscienza libera da rimorsi, fanno sì che la morte non sia loro causa di alcuna apprensione: la vedono accostarsi senza timore e come una semplice trasformazione.
La durata della vita nei diversi mondi sembra che sia proporzionata al grado della loro eccellenza fisica e morale; ed è perfettamente logico. Quanto il corpo è meno materiale, tanto meno è soggetto alle vicissitudini che lo vanno sfibrando; quanto più lo Spirito è puro, tanto meno ha passioni che lo agitano e sconvolgono. E questo ancora è un beneficio della Provvidenza, che rende più brevi le sofferenze.
183 – L’essere deve passare per l’infanzia ad ogni incarnazione, anche negli altri mondi?
Risposta: «L’infanzia è una transazione necessaria da per tutto, ma non da per tutto è incosciente come fra voi».
184 – La scelta del mondo in cui reincarnarsi, è in facoltà dello Spirito?
Risposta: «Non sempre; ma può domandarla e ottenerla, se lo merita, perché i vari mondi non sono accessibili agli Spiriti che secondo il grado della loro elevatezza».
Domanda: – Se lo Spirito non chiede nulla, che cosa determina il mondo in cui dovrà reincarnarsi?
Risposta: «Appunto il grado della sua elevatezza».
185 – Lo stato fisico e morale degli esseri viventi è sempre lo stesso in ogni globo?
Risposta: «No, giacché anche i mondi ubbidiscono alla legge del progresso. Tutti, anche i più splendidi, hanno avuto principio, come la terra, in uno stato inferiore. La terra stessa subirà a sua volta tale trasformazione, e diverrà un paradiso terrestre, quando i suoi abitatori saranno divenuti buoni».
Kardec: Così le razze, che oggi popolano la terra, spariranno un giorno e saranno sostituite da altre sempre più perfette, le quali succederanno alle presenti, come queste sono succedute ad altre ancora più materiali.
186 – Vi sono mondi, in cui lo Spirito cessa di vestire un corpo materiale, e non ha più altro involucro che il perispirito?
Risposta: «Sì; e questo stesso negli Spiriti puri diviene così etereo, che è per voi come se non esistesse».
Domanda: – Non ci sono, dunque, limiti precisi fra lo stato delle ultime incarnazioni e quello di puro Spirito?
Risposta: «E infatti questi limiti non esistono: la differenza si va cancellando a poco a poco insensibilmente, come la notte, che svanisce innanzi ai primi albori del giorno».
187 – La sostanza del perispirito è la medesima in tutti i globi?
Risposta: «No; essa è più o meno eterea. Nel passare sui vari mondi, lo Spirito si riveste della materia propria di ciascuno di essi, e ciò avviene con la celerità del lampo».
188 – Gli spiriti puri abitano mondi speciali, o sono nello spazio universale senza essere legati più a un globo che ad un altro?
Risposta: «Gli Spiriti puri abitano certi mondi; ma non vi sono confinati come gli uomini sulla terra. Essi possono, meglio degli altri, trovarsi, per così dire, da per tutto» (*).
(*) Secondo gli Spiriti, fra tutti i globi che compongono il nostro sistema planetario, la Terra sarebbe uno di quelli, i cui abitanti sono meno avanti così nel morale che nel fisico. Marte gli sarebbe ancora inferiore, e Giove molto al di sopra per tutti i riguardi. Il Sole non sarebbe un mondo abitato da esseri corporei, ma un luogo di convegno di Spiriti elevati, i quali di là irradiano col pensiero verso gli altri mondi, che essi dirigono per mezzo di Spiriti subordinati, coi quali comunicano per l’intermedio del fluido universale. In quanto alla costituzione fisica, il nostro Sole, come tutti gli altri, può darsi che sia un focolare di elettricità.
Il volume e la lontananza dal Sole non avrebbe alcun rapporto necessario col grado di avanzamento dei mondi, poiché Venere sarebbe più progredita della Terra, e Saturno meno di Giove. Parecchi Spiriti di persone vissute sulla terra hanno detto di essersi reincarnati in Giove, uno dei mondi più progrediti del nostro sistema, e questo fece meraviglia, poiché sulla terra non erano stimate da tanto. Ma questa sorpresa scemerà, qualora si consideri in primo luogo che alcuni Spiriti, i quali abitavano in quel pianeta, hanno potuto essere mandati sulla terra per compiervi una missione la quale, ai nostri occhi, non ne dava a conoscere tutto il valore; in secondo luogo, che fra la loro esistenza terrestre e quella in Giove, hanno – potuto averne delle intermedie, in cui migliorarsi sotto ogni riguardo e da ultimo, che in quel mondo, come nel nostro, vi saranno diversi gradi di sviluppo, e fra questi gradi può correre la distanza, che fra noi separa il selvaggio dall’uomo incivilito. Quindi, abitare in Giove non vuol dire che uno sia a livello degli esseri più avanzati che ci vivono, come altri non è a livello di un dotto dell’Istituto, solo perché dimora a Parigi.
Anche le condizioni di longevità non sono da per tutto le stesse che sulla terra, e l’età non ha termine di paragone. Lo Spirito di una persona morta da tempo, rispondendo ad una evocazione, disse di essere reincarnato da sei mesi in un mondo a noi sconosciuto. Richiesto dell’età, che aveva in esso, replicò: “Non posso valutarla, perché qui non misuriamo il tempo come voi. Il modo di esistere non è più lo stesso, e lo sviluppo è molto più celere. Tanto è vero che, quantunque io non ci sia che da sei dei vostri mesi, posso dire di avere l’intelligenza che avevo a trent’anni sulla terra”.
Molte risposte analoghe si ebbero da altri Spiriti, né vi troviamo inverosimiglianza. Non vediamo noi sulla terra gran numero di animali raggiungere normalmente il loro sviluppo in pochi mesi? Perché non potrebbe essere così dell’uomo in altre sfere? E si noti che lo sviluppo a cui giunge l’uomo sulla terra all’età di trent’anni, non è forse che una specie d’infanzia, in confronto di quello ch’egli deve conseguire. Non è logico voler credere di essere in tutto i prototipi della creazione, ed è un abbassare Dio il credere che Egli non possa fare opera più egregia della creatura umana.
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