Facoltà Paranormali: i segreti dell’empatia
Facoltà Paranormali: i segreti dell’empatia
Empatia, può certamente essere considerata una facoltà “para-normale” a cui tutti, o quasi, possono accedere.
Bisogna però intendersi sul significato stesso della parola Empatia.
Cos’è dunque l’Empatia ?
In genere si crede che l’Empatia sia una sorta di capacità grazie alla quale è possibile entrare più facilmente in sintonia con la persona con la quale si interagisce.
Wikipedia definisce l’ Empatia quale “capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa “sentire dentro”, ad esempio “mettersi nei panni dell’altro”, ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed animale”.
Entrare in contatto e comprendere l’ altro sono gli elementi da cogliere.
Ma questi sono solo i primi “livelli” delle capacità empatiche.
In realtà l’Empatia può essere, ed è in realtà, qualcosa di più di questo.
L’Empatia è la possibilità e la e capacità di, letteralmente, spostarsi dal proprio “centro percettivo” a/in quello di un qualcun altro.
Nel fare tale cosa e come se si diventasse l’“altro”.
In tal modo si “percepisce” come l’ “altro”, si “sente” come l’ “altro”, si capiscono le cose dal “punto di vista” dell’“altro”, si pensa come l’ “altro” , si sa di se stessi come l’ “altro” (sa di se stesso) e si vivono (anche) le emozionalità dell’“altro”.
E tutto questo in modo “diretto”, quale “esperire diretto”, e senza alcun uso di parole o di pensare con le parole, che spiegano.
È esperire diretto.
Ma chi è o chi può essere tale “altro”?
Può essere certamente una persona ma anche un animale oppure un vegetale oppure un luogo, una musica , un’opera d’ arte e perfino “oggetti astratti” (concettualità) di conoscenza … e in tal modo si può accedere alla conoscenza in modo diretto senza leggere o ascoltare “parole messe in fila” …
L’Empatia è un modo, una modalità pratica, per poter “viaggiare” e “scoprire” nuove ed “altre” realtà … ma, è bene capirlo chiaramente, non è il viaggiare del “turista” che va a “visitare” e che continua a vedere il mondo solo e sempre dal proprio (limitato) “vedere” … con l’ Empatia si va invece a Partecipare direttamente all’“altro” … chiunque o qualunque cosa possa essere l’ “altro”.
Ecco perché l’ Empatia è da intendersi quale vera e propria facoltà para-normale.
Si va dunque a percepire “il mondo” dal “punto di vista” di qualcun “altro” e si vedranno (potranno percepire) cose assolutamente diverse da ciò che, normalmente, ognuno, di per se, percepisce.
E capiterà allora di camminare per strada è di “sentire” il “pensare” interiore delle “altre” persone che ti passano accanto … , oppure sapere con chiarezza cosa una certa persona “pensa di te”in quel momento …
Ed è proprio così …
Volendo ci si può recare in un luogo (esterno o interno) e cogliere improvvisamente la “storia” del luogo stesso tipo, ad esempio, visitare un museo (ad esempio l’ Egizio di Torino) ed entrare in relazione diretta con le “statue” (che non sono più solo statue …) e capirne il vero significato originario …
Il solo limite del poter far questo … è il centrare sempre se stesso nella propria personale egoicità.
Gli individui “ego-centrati” non hanno e non possono avere alcuna capacità di spostasi dal proprio centro percettivo perché fanno ogni cosa solo ed esclusivamente da tale centro, appunto, egoico.
Dopo ogni “viaggio empatico” si ritorna a “se stessi” … ma si porta con se, ed in se, l’ esperienza vissuta come parte integrante di se stessi.
È come una “dilatazione” di se stessi in termini di esperito e di acquisito …
Facciamo un esempio.
Una persona può andare a visitare un acquarium marino (parco tematico) e si mette a guardare un polpo con i suoi otto tentacoli (che sono le sue braccia e gambe) e i suoi tre cuori.
Non sa nulla dei polpi ma improvvisamente “diventa lui” … e comincia a “vedere” le cose dal suo “punto di vista” … Sente (partecipa a) le sensazioni che (lui) ha del suo corpo , di come lo usa, sente le sue emozionalità e il suo pensare (e si il polpo pensa ed è anche piuttosto intelligente …).
Quando poi tale persona ritorna nel proprio centro percettivo porta con se l’ intera esperienza ed ha “esteso” se stessa inglobando quell’“altro mondo” percettivo.
Se poi i polpi ti possono indurre qualche timore (per qualcuno è così) allora si può fare tale esperienza ad esempio con gli esseri vegetali. Basta semplicemente andare in un bosco …
Inizialmente cominci a percepire del bosco (del luogo bosco) e poi avvicinandoti ad un albero … ti accorgi di “sapere di lui” come lui sa di se stesso … e di come lui sa e può “vedere” il mondo … e di come lui (l’ albero) “vede” (percepisce) te … in quel momento.
Ed è una esperienza, a dir poco, meravigliosa …
Poter “parlare” con gli alberi … ed imparare da loro …
Poi, volendo, si può andare a “sentire” un fiume … o il mare … e con il tempo e con un poco di esperienza ritrovarsi anche capaci di “viaggiare” in altri “mondi dimensionali” …
Tutto questo è solo una favola ?
Si stenta a crederci ?
Beh … per qualcuno non potrà che essere così , ma se si crede di voler centrare se stesso solo nel proprio (personale) centro percettivo … il risultato certo è che si potrà “vedere” solo con i propri “occhi” …
Come dire che … siamo proprio noi stessi … a limitare noi stessi …
da “Atlantis People” – (https://infocp8.wixsite.com/coscienzepercettive)
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