Misteri e ricerca: Civiltà Cueva de los Tajos

Misteri e ricerca: Civiltà Cueva de los Tajos

Notizie su civiltà che viveva a Cueva de los Tajos

L’enigma di una civiltà estinta che viveva nell’entroterra, ad un’altitudine di 800 mt, in una zona montuosa irregolare nel versante nord della Cordillera del Condor, in Ecuador, si trova l’ingresso “principale”, o meglio, l’entrata “conosciuta” in questo affascinante mondo sotterraneo.

Nelle vicinanze della Cueva de los Tayos in Ecuador, vivono i Shuaras , che in passato erano conosciuti come “Jibaro”, termine dispregiativo per loro, famosi in passato per la loro bravura e l’arte di ridurre le teste . Sono i primi esploratori del sistema sotterraneo, come ogni mese di aprile scendono nella grotta in cerca di pulcini Tayos, che sono più grandi di un piccione. E nel bel mezzo del loro lavoro, incontrarono una serie di sorprese. La più eclatante, è stata senza dubbio la scoperta di impronte giganti su blocchi di pietra, i loro angoli e simmetria, suggeriscono un’origine artificiale. Moricz raccolse queste prove nella sua visita a est dell’Ecuador, egli è in grado di comunicare senza difficoltà con i nativi, grazie alla sua padronanza del Magiar, una lingua antica ungherese simile al dialetto Shuaras. Ovviamente, Moricz sapeva bene a cosa mirare.

Cartina Cueva de los Tajos
Interno Cueva de los Tajos
Cueva de los Tajos archeologi

Dal 1950 ha seguito pazientemente “la pista” per poter entrare nel regno sotterraneo. Alcune fonti lo collegano anche, ad uno strano ordine esoterico ungherese-germanico, fatto che potrebbe spiegare la profonda conoscenza esoterica, di cui ha parlato in un’intervista controversa. In ogni caso, Moricz è stato in Perù, Bolivia e Argentina in cerca di quest’entrate prima di arrivare in Ecuador. In più di un’intervista ha dichiarato luoghi come Cusco, Lago Titicaca e Terra del Fuoco, come possibili luoghi dove “si può scendere al regno sotterraneo.” Secondo lui, la Cava di Tayos ( Cueva de los Tajos) è solo una delle molte entrate in questo mondo perduto, e la più travolgente, anche se, stiamo parlando di un una minuta parte del mondo reale di questi esseri intraterrestri, proprio perché questi posti sono situati a una profondità difficile da raggiungere per l’uomo.

Le lastre metalliche di padre Crespi:

Ma non finisce qui. Forse una delle cose più inquietanti è l’esistenza di una presunta biblioteca metallica. Se esiste, e sempre sulla testimonianza di Moricz, ci si trova registrata la storia dell’umanità degli ultimi 250.000 anni.
Un punto da tenere in considerazione, in relazione a queste lastre, ci porta direttamente agli strani oggetti che custodiva il salesiano Padre Carlo Crespi, nel cortile della chiesa di Maria Ausiliatrice in Cuenca. Gli oggetti sono stati trovati dai nativi che, con un loro atto di amicizia e di gratitudine, li hanno dati a padre Crespi in custodia. Molti di questi oggetti, non tutti, sono stati successivamente rubati. Se padre Crespi fosse ancora vivo, forse potremmo rintracciare l’origine esatta di quei pezzi così enigmatici che sembra essere molto antica, ideogrammi inconfutabili in rilievo, una sorta di “Codice d’informazione” o “scrittura”.

Nel 1976, sulla prima pagina della rivista nordamericana Antichi Cieli, è apparso un articolo del filosofo indiano Dileep Kumar, che analizza i simboli visualizzati su un pezzo di metallo che custodiva padre Crespi, apparentemente su un foglio d’oro, di circa 52 cm, alto 14 cm e spesso 4 cm, egli ha concluso che gl’ ideogrammi appartenevano ad una classe di scrittura Brahmi, utilizzata nel periodo Asokan nella storia dell’India, 2300 anni fa … Quattro anni dopo, il dottor Barry Fell, Professore di Biologia all’Università di Harvard è riuscito a identificare 12 segni della lamiera in questione, con i propri dipendenti, con dei segni zodiacali.

Erik Von Däniken e Neill Armstrong:

La prima apparizione sulla scena, del celebre scrittore svizzero Erick Von Daniken, che ha saputo affascinare Moricz, dandogli il materiale fotografico e la versione sconosciuta della loro scoperta, un fatto che è stato spettacolarmente descritto nel libro “L’oro degli dei” (1974), dove Däniken non si è solo limitato a fantasticare sulla versione originale della storia, ma ha affermato di essere entrato nella Cava de los Tayos, e che nei suoi sogni a visto con i propri occhi la biblioteca metallica. Il libro è stato un bestseller mondiale, vendendo 5 milioni di copie e fu tradotto in 25 lingue.

Nessun guadagno per Moricz:

Il libro affascinò, in particolare, i lettori europei, Däniken inserì fotografie dell’Archivio Moricz-Peña Matheus che mostrano l’interno delle grotte, e le immagini delle lastre metalliche di padre Crespi, e fu così che l’ingegnere scozzese Stanley Hall contattò Moricz per proporre una spedizione internazionale nella Cava di Tayos. Moricz accettò proponendosi come capo della spedizione, e a patto, che nulla di ciò che si trovava nel sottosuolo veniva rimosso. Come previsto, Hall non accettò la proposta. Immediatamente respinse la presenza di Moricz dalla spedizione, comunicandolo al governo d’Inghilterra. Con risultato: Nel luglio del 1976 si effettuò una spedizione Ecuadoriana-Britannica, con personale militare e scientifico, e per aggiungere la ciliegina sulla torta, con la presenza dell’astronauta statunitense Neil Armstrong.

Naturalmente, questa non sarebbe la prima incursione della astronauta in un luogo dove “le patate scottano.” Basta ricordare le sue frequenti visite a Paysandu, in Uruguay, dovuta all’intensa attività UFO nella sala dell’Aurora-popolarizzata dallo scrittore brasiliano Trigueirinho. Il proprietario della stanza in cui si verificavano gli eventi, Angelo Tonna, con cui ho avuto l’opportunità di condividere nella sua casa di Paysandú nel 1999 – ricorda ancora la visita di Armstrong, che gli confidò anche, nella sua missione in Uruguay, che la missione Apollo XI del 1969, si trovò di fronte un incontro ravvicinato del terzo tipo, sulla Luna.

Un piano segreto?

Le ricerche Ecuadoriano-Britannica, si svolsero in 35 giorni, installando un generatore di elettricità nel campo base, a pochi metri dall’ingresso della grotta, scendendo ogni giorno in profondità per sviluppare le loro “ricerche geologiche e biologiche.” Secondo il rapporto finale della commissione di studiosi, conclusero che la Cueva de los Tayos non era artificiale, e non c’erano segni di lavoro umano. Era tutta opera della natura…
Una scoperta sconcertante tenendo conto dei blocchi di pietra che si trovano nel sottosuolo, molto simili a quelli che si trovano, paradossalmente, a metà strada tra il campo base e l’unione di Coangos ne fiume Santiago. Degl ‘archeologi hanno trovato un muro megalitico di circa 4,50 metri di lunghezza e 2,5 metri di altezza.

Lo speleologo Julio Goyen Aguado, presente nelle prime spedizioni , tra cui l’incursione Ecuadoriano-Britannica ha ritenuto che la spedizione 1976 è stata finanziata dalla chiesa Mormona, e che le lastre di metallo, delle quali accennava Moricz, ricordavano le tavole d’oro che ricevette il Profeta Joseph Smith, dalle mani dell’Angelo Moroni. Tenendo conto di diverse leggende mormone , questi registri sarebbero attualmente nascosti da qualche parte sulle Ande, è curioso notare che la zona dove si trova la grotta Tayos viene chiamata “Moron”, simile al nome di “mandato “mettersi in contatto con Smith. Ad ogni modo, ora defunto Aguayo, sospettava che Stanley Hall apparteneva al Servizio Segreto del Regno Unito, in più di far parte della massoneria britannica, molto interessata a trovare la libreria metallica. Neil Armstrong, e ricordiamo bene questo, era anche lui un Massone.
Nonostante tutto questo, sebbene la questione della biblioteca metallica ha attirato molti ricercatori, questo tesoro nascosto, ha ingannato chi ha intrapreso la sua ricerca dal vero e proprio significato del mondo sotterraneo e segreto: quegli esseri che hanno scritto nelle piastre.

Dopo tutto, la relazione della spedizione frantumò il vero segreto che sta nella Cueva de los Tayos, mentre nel mezzo di tutto questo trambusto, si sono portati via quattro scatole di legno sigillate, le quali non fecero assolutamente aprire agli Shuaras, che si accorsero dell’ingannato e la truffa. Oggi ricordano bene il triste episodio. I nativi pensavo che si portarono via ‘qualcosa’ dalle grotte… Quando Neil Armstrong scese nella Cava de los Tayos dove rimase per tre giorni, raccontò ai media che la sua visita nel sottosuolo aveva superato di gran lunga la sua esperienza sulla Luna.
Traete le vostre conclusioni……. Ricardo Gonzàlez

Foto di oggetti trovati nella Cueva de los Tajos:

L’atto notarile della scoperta, datato il 21 luglio del 1969 nella città costiera di Guayaquil, in uno dei suoi paragrafi contiene queste inquietanti parole:

“…ho scoperto gli oggetti preziosi di grande valore storico e culturale per l’umanità. Gli oggetti sono soprattutto in lamiera, e probabilmente contengono una sintesi della storia di una civiltà estinta, che fino ad oggi non sapevamo dell’esistenza e quindi non abbiamo nessun indizio…”

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