Misteri: Storie di esploratori spirituali
Misteri: Storie di esploratori spirituali
Cinque secoli dopo la nascita di Gesù, Maometto, il fondatore dell’Islam, descrisse se stesso mentre attraversava quelli che egli definisce “i sette cieli” in groppa ad un magnifico stallone. Ogni dimensione che Maometto incontrò viene descritta nei minimi dettagli. Egli parla di sette dimensioni straordinarie, da ognuna delle quali si irradiano colori di intensa luminosità; descrive zone incantevoli caratterizzate da una luce pura e delicata nonché ambienti infernali che incutono paura. Un esame di tali racconti conferma che le credenze personali e le percezioni della realtà dei primi esploratori spirituali influenzarono le loro percezioni nel corso delle esperienze extracorporee. In altre parole è probabile che le nostre credenze religiose moderne siano state condizionate dal modo in cui i primi profeti interpretarono gli ambienti non fisici che essi conobbero.
Per attraversare le dimensioni spirituali dell’universo, oggi Maometto sarebbe molto più probabilmente a suo agio a bordo di una magnifica vettura bianca invece che su un cavallo, o altro animale, mentre San Giovanni probabilmente userebbe l’espressione “Mi trovavo fuori dal corpo” al posto di “Ero in estasi” riferita nell’Apocalisse. Questo, tuttavia, non sminuisce gli scritti ispirati dai nostri primi esploratori spirituali, ma fornisce, al contrario, nuove intuizioni sul significato recondito di tali esplorazioni. I primi leader spirituali che influenzarono e crearono le nostre principali religioni erano in gran parte esploratori astrali. Essi descrissero i loro viaggi non fisici in base alle percezioni culturali e religiose della loro epoca. Sono infatti numerose le analogie tra le vite di Ezechiele, Giovanni, Zaraustra e Maometto: tutti infatti descrivono esplorazioni extracorporee in dimensioni invisibili dell’universo.I Sufi persiani del ventesimo secolo erano ben noti per la loro capacità di indurre stati di trance e di esplorare “la terra dove abitano gli spiriti”. Nei loro scritti essi parlano di “alan almithal”, dimensioni create dal pensiero, regni invisibili abitati da numerosi maestri o guide spirituali, chiamati imam. E’ interessante che negli insegnamenti dei Sufi gli ambienti e le città vengano descritti come se fossero veri e fossero creati dalla coscienza o dall’immaginazione collettiva dei loro abitanti. Inoltre, i residenti di quelle terre invisibili sono dotati di energia sottile o di corpi-pensiero. La magnifica realtà descritta tanto eloquentemente dai Sufi coincide con la descrizione fornita dai moderni esploratori astrali.
Hafiz, uno dei maggiori poeti Sufi, cominciò sin da bambino a vivere profonde esperienze fuori dal corpo. All’età di nove anni visse la prima di tali esperienze: “Mi rifiutai di dire alla mia famiglia che lo spirito (coscienza) aveva lasciato il mio corpo e aveva incontrato Dio per ricevere istruzioni da seguire in questa vita”. Nelle opere di Hafiz e Rumi, un altro poeta Sufi, come quelle di Zarathuštra e di Maometto, si ritrovano validi esempi dei benefici dall’esplorazione fuori dal corpo.
In tempi più recenti, numerosi maestri yogi descrivono come trascendere la carne ed esplorare le dimensioni invisibili spirituali. Sri Yukteswar, uno degli yogi più influenti, un uomo sacro indù di grande rispetto, morto nel 1936, descriveva eloquemente i suoi viaggi nelle dimensioni invisibili caratterizzate da “diverse vibrazioni sottili di luce e di colore” “centinaia di volte più grandi del mondo fisico”. Yukteswar descrisse dettagliatamente come gli abitanti non fisici comunichino utilizzando un tipo di telepatia che egli definì “immagini luminose”.
Un altro esempio ci viene offerto dallo yogi Paramahansa Yoganda, ben noto in tutto l’occidente come fondatore della società Selfrealization Fellowship e autore del libro di successo Autobiografia di uno Yogi, pubblicato nel 1946. Nelle sue opere egli descrive le modalità di separazione dal corpo e in che modo riuscì a incontrare il guru deceduto Sri Yukteswar.
Per quanto riguarda i santi cattolici, numerosi mistici occidentali, tra cui diversi santi della Chiesa romana cattolica, hanno raccontato di essere in grado di lasciare il loro corpo. L’autobiografia di Santa Teresa d’Avila presenta descrizioni dettagliate dei suoi viaggi extracorporei. La Santa afferma: “Si ha l’impressione di essere trasportati in un’altra regione o mondo. L’anima è sospesa in modo tale che sembra completamente fuori da sé stessa”.
Tra i santi e monaci cattolici conosciuti per le loro esperienze fuori dal corpo o bilocazioni ricordiamo San Francesco Saverio, Padre Pio e Sant’Antonio d’Assisi.
Molti scrittori moderni hanno contribuito con le loro opere alla rinascita dell’interesse per l’esplorazione extracorporea. Sylvan Muldoon, Yram, Robert Crookall, Oliver Fox, Robert Monroe e altri ancora hanno scritto racconti affascinanti sulle loro avventure fuori dal corpo. Tra gli scrittori noti che hanno raccontato di aver vissuto esperienze fuori dal corpo, ricordiamo D.H. Lawrence, Jack London, Goethe, Aldous Huxley, Fred Alan Wolf, Michael Talbot, Michael Crichton e Richard Bach.
Maometto, Swedemborg, i Sufi, i maestri yogi, gli sciamani, i santi della Bibbia e i moderni viaggiatori astrali sono accomunati dall’esplorazione dei regni sottili dell’universo: essi hanno sperimentato l’universo multidimensionale e descritto le loro esperienze in base a punti di vista culturali del tutto personali. Questi modernissimi esploratori hanno viaggiato superando di gran lunga le regole ufficiali della scienza e della religione. Hanno aperto nuovi orizzonti a cui tutta l’umanità alla fine dovrà tendere. La loro esplorazione si rivela per noi di particolare importanza perché è alle dimensioni interiori della realtà che dovremo far ritorno quando vivremo l’ultima avventura fuori dal corpo, ovvero la morte.
(javascript deve essere abilitato)