Notizie dal mondo: La ragazza Inca ibernata per 500 anni
La ragazza Inca rimasta ibernata per 500 anni
Anche se viene mostrato solo in questi giorni, il corpo mummificato, per congelamento, di una ragazza Inca di 15 anni, è stato portato alla luce nel 1999.
The Maiden, questo è il nome che gli è stato dato, è stata trovata sul Monte Llullaillaco, in Cile, a circa 6.000 metri di altezza, vicino un vulcano (l’articolo riporta 22 mila piedi, che equivalgono a quasi 9 mila metri, facendo una ricerca, quella montagna è alta “quasi” 7 mila metri quindi ho scritto 6.000 perché non credo che l’abbiano trovata in cima alla montagna, anche se non è ho la certezza). Il suo stato di conservazione è tra le migliori mummie ritrovate fino ad oggi, aveva ancora gli organi interni intatti, il sangue era presente nel cuore e nei polmoni, e la pelle del viso era in buono stato.
500 anni sotto il ghiaccio hanno mantenuto in buono stato The Maiden, che secondo gli esperti soffriva di una infezione batterica quando è morta, una malattia simile alla tubercolosi.
Gli esperti hanno scoperto che il profilo proteico dalla mummia della ragazza di 15 anni, era simile a quella dei pazienti cronici di infezione delle vie respiratorie, e l’analisi del DNA ha mostrato la presenza di batteri patogeni probabilmente nel genere Mycobacterium , responsabile di infezioni delle vie respiratorie e la tubercolosi.
Inoltre, i raggi X dei polmoni della fanciulla mostravano segni di infezione polmonare, al momento della morte.
I medici sono rimasti increduli osservando e studiando il corpo mummificato, affermano che osservando il suo stato di conservazione non dimostra affatto di essere morta 500 anni fa, ma solo da qualche settimana. E’ quanto riferisce l’archeologo statunitense e membro della spedizione Johan Reinhard.
“Ho sentito un brivido lungo la schiena quando per la prima volta osservai le sue mani, perché sembrano quelle di una persona viva”.
Si ritiene che i bambini siano stati scelti dagli Inca per la loro bellezza per poi essere sacrificati in una cerimonia chiamata “capacocha”.
“Gli Inca avevano queste usanze”, secondo Reinhard, “Sacrificavano i bambini perché considerati più puri”. Erano convinti che sacrificandoli alimentavano o placavano l’ira degli dèi, o probabilmente volevano solo entrare a far parte del loro regno vivendo nel loro paradiso.
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