Plastica salute e riciclaggio

Plastica salute e riciclaggio

L’umanità è immersa nella plastica tant’è che troviamo la plastica dappertutto, l’esempio più alla mano è il poliestere che contiene prodotti sintetici quali, il policarbonato e il polietilene tereftalato. Molti non sanno quest’ultimo è noto come PET e se ci fate caso prendendo una qualsiasi bottiglia di plastica contenente l’acqua noterete questa sigla che viene messa solitamente nel fondo dentro un cerchio. Viene da se che non usiamo plastica solo per vestirci, ma come si accennava all’inizio, siamo circondati da plastica.

La plastica è ormai anche nel cibo dato che molti animali, soprattutto quelli marini mangiano plastica senza neanche accorgersene grazie alla spazzatura che l’uomo scarica in mare aperto, una delle zone che fa molto discutere soprattutto gli ambientalisti si trova a nord ovest delle Hawaii dove le correnti oceaniche si incontrano formando un vortice gigante che da parecchi anni non fa che raccogliere plastica (North Pacific Gyre) più nota come Great Garbage Patch. E questa purtroppo non è l’unica zona che funge da discarica.

Le persone si domandano sempre più da dove saltino fuori certe malattie come ad esempio il cancro, le persone si ammalano anche se non fumano quindi è ovvio che il problema non può essere dovuto solo dal fumo delle sigarette. Credo che non ci venga mai rivelata la verità sulla vera causa del cancro ma sono convinto che il primo fattore in assoluto sia l’inquinamento onnipresente. E tra le varie forme di inquinamento o forse sarebbe meglio definirlo “avvelenamento” c’è la plastica che fa ormai parte della nostra alimentazione.

Il mio pensiero è che nonostante tutto il veleno che ingurgitiamo e respiriamo il nostro organismo è talmente “divino” (passatemi il termine) che è in grado di difendersi al meglio da solo. Con questo non voglio dire che riusciamo a tenerci alla larga da certe malattie senza far nulla, non è così divino, ma non penso di dire una fesseria se affermo che se una persona svolge attività fisica regolarmente il nostro organismo riesce a proteggerci da certi malanni anche gravi come alcune forme di cancro. Per natura il nostro organismo è combattivo, non si arrende mai ed è per questo che la parola “divino” mi è sembrata adeguata. Tant’è che se un organo del nostro corpo si ferma perché malato, un altro organo cerca di svolgere anche il lavoro (per quanto gli sia possibile) di quest’ultimo.

Sarà per questo che ci viene sempre consigliata una costante attività fisica?

E’ ovvio, ed è sotto gli occhi di tutti che quando una persona non svolge più alcuna attività fisica comincia ad ammalarsi. Quindi gente, cercate sempre di svolgere attività fisica perché il nostro corpo ce ne sarà grato e ci aiuterà per quanto gli sia possibile a tenerci alla larga da alcune malattie anche gravi, senza imbottirci di medicinali che non fanno altro che indebolire l’organismo (alla lunga). Tra l’altro prima di chiudere l’argomento aggiungo che un muscolo che non lavora (per chi non lo sapesse) con il tempo si atrofizza, un esempio noto sono gli astronauti che quando rientrano vengono messi a sedere su sedie a rotelle. Quindi avete capito quanto sia importante l’attività fisica per il nostro organismo? Non lasciare che le tue cellule entrino in letargo, svolgi attività fisica 😉 il minimo indispensabile è una camminata accelerata e costante per 30 minuti al giorno (minimo).

Tornando alla Plastica

Siamo circondati da questo materiale al punto che se dovessimo sbarazzarsi di tutta la plastica presente nella nostra vita, ci ritroviamo nudi.

Per intenderci, se avete lasciato un bottiglia d’acqua in auto sotto il sole di mezza giornata e provate ad assaggiarla, noterete quel retrogusto di plastica, e lo stesso vale quando aprite l’armadio dove tenete il vostro abbigliamento non potete non sentire anche solo un minimo odore di plastica, e non c’è bisogno di vestire cinese come affermano in molti, “solo i cinesi usano la plastica nei vestiti”, non c’è nulla di più assurdo, secondo voi cos’è il Poliestere? Controllate le vostre etichette giusto per farvi un idea..

Tuttavia, se non avete mai notato il forte odore di sostanze chimiche nei negozi specialmente quelli “tutto a 1 euro”, o non vi siete mai posti il problema, ti consiglio di imparare un po’ di più, perché si tratta della tua salute.

Molte persone già riconoscono e accettano il fatto che la plastica non è il migliore dei materiali. Chi l’ha inventata evidentemente non si è mai posto il problema delle generazioni future e l’impatto che avrebbe avuto nell’ecosistema. Oggi ci viene proposto il riciclaggio che allevia anche se di poco un grosso male. Qualcuno ha già inventato la plastica biodegradabile che sarebbe una grosso passo in avanti per quanto concerne l’ecosistema. La normale plastica per decomporsi necessita un migliaio di anni (1000 avete capito bene) la nuova bioplastica solo qualche mese. E’ necessario però eliminare dal commercio tutta la vecchia plastica, lo faranno mai?

Il fatto è che prima si comincerà con la distribuzione e meglio sarà per le generazioni future.

Questa plastica tanto sacra per i commercianti e per l’umanità, per via del suo utilizzo, contiene sostanze tossiche che una volta erano “forse” sconosciute ma oggi ne abbiamo la certezza, molte di queste sostanze sono “cancerogene” e sono finite nei nostri alimenti.

Quando si tratta di conservazione dei cibi, rispetto ad altri utilizzi della plastica la situazione peggiora, perché le tossine che vengono assorbite dal cibo a loro volta verranno assorbite dal nostro organismo.

Esempio super banale: Inserire un contenitore di plastica nel forno a microonde, molte persone lo fanno ancora oggi senza porsi il problema. Caspita ma non sapete che il “calore” è il nemico numero uno della plastica?  Disgrega le molecole che verranno assorbite dal cibo e dove andrà mai il cibo…

Per certi versi siamo noi stessi a farci del male, ma gente, una volta l’informazione non era accessibile a tutti oggi lo è. Sarebbe ora la smetteste di usare internet solo per facebook e twitter, anche se a volte qualcuno utilizza il suo spazio per divulgare notizie più o meno interessanti. Ogni tanto lo faccio anche io, però io entro à pubblico à esco, non mi soffermo una giornata a commentare stupidate incollando immagini e frasi riciclate per attirare la mia attenzione. E smettetela di inserire immagini dei vostri piccoli, non gli chiedete neanche il permesso, poveri non possono neanche scegliere, da appena nati vengono già inseriti su facebook. Siamo proprio scesi in basso. Chiudo l’argomento perché sono consapevole di rischiare il linciaggio anche se virtuale 😉 ma qualcuno ve lo deve pur ricordare ogni tanto, usate la tecnologia per cose più intelligenti, fatevi una cultura il vostro cervello ve ne sarà grato. Ascoltate i consigli di un asino saggio 😉

La plastica ingerita

Quella che viene ingoiata, se non è stata ben assimilata, nel migliore dei casi verrà rimossa dagli organi responsabili per la pulizia del corpo: fegato, reni, intestino, polmoni, pelle, ma probabilmente si tratterrà per un tot di tempo indefinito nel vostro sangue. Le cellule mutanti saranno trasportate qui e là, scompigliando i processi ormonali nel loro tempo libero e causando altri disagi tipici del nostro secolo, come le malattie anche gravi.

Due dei più grandi disturbi causati dalla plastica e scoperti oggi sono il cancro (che sorpresa) e disturbi ormonali.

Ma è anche vero ed è giusto sottolineare che alcune plastiche sono peggiori di altre. E in questo articolo cerchiamo di capire insieme quale sia migliore (si fa per dire) o peggiore di un’altra, sia per l’uomo che per l’ambiente.

Come identificare la “qualità” delle sostanze plastiche utilizzate

Ogni contenitore di plastica deve essere contrassegnato (in basso) con il simbolo del riciclaggio, solitamente è un triangolo (può essere un cerchio) con le frecce indicate in figura, ma cosa più importante è il simbolo indicato all’interno che di norma dovrebbe contenere un numero da 1 a 7, nel caso non ci fosse cerchiamo di riconoscere la sigla.
Questi numeri indicano il livello di riciclaggio che ha il materiale, che vanno dai più riciclabili (1) al meno riciclabile (7). Mentre questa numerologia è particolarmente utile per l’ambiente, sarebbe buona abitudine evitare i numeri più alti che può essere facilmente sostituiti con un altro materiale, utilizzato anche per ottenere materiali meno tossici.

Purtroppo ci sono alcuni contenitori senza numero, specialmente quelli venduti nei bazar, o negozi che vendono tutto a poco, ma anche nelle bottiglie dell’acqua, ed è per questo che è presente anche una sigla. Comunque credo sia il minimo, voglio dire, se devo pagare per qualcosa, almeno dimmi quali sostanze contiene. E’ lo stesso discorso degli alimenti modificati geneticamente che non contengono l’elenco degli ingredienti. Questo è una brutta abitudine che non dovrebbe essere trascurata come lo è tutt’oggi.

Per indicare i migliori e i peggiori utilizzerò il verde e il rosso, dove verde sta per meno tossico e rosso per molto tossico. Non significa comunque che un bollino verde sia sicuro al 100%.

Per ricavare le informazioni che seguono ho utilizzato la magica enciclopedia gratuita Wikipedia, che viene in aiuto per tantissimi argomenti sconosciuti. Grazie di esistere Wikipedia 😉

PET plastica riciclata e salute

N° 1 (verde) Polietilene tereftalato: Si tratta di una resina termoplastica composta da ftalati ed è adatta al contatto alimentare. Si decompone a 340 °C con formazione di acetaldeide e altri composti.  E’ opportuno ricordare che nonostante venga sancita dal REGOLAMENTO (UE) N. 10/2011 DELLA COMMISSIONE del 14 gennaio 2011 (che ha abrogato la precedente Direttiva 2002/72/CE della Commissione Europea e successive modifiche), si continuano comunque ad effettuare indagini per verificare eventuali nuovi rischi per la salute nei prodotti usati come contenitori per alimenti. La maggior parte delle bottiglie di plastica per l’acqua è in PET. Non c’è alcuna garanzia al 100% degli eventuali effetti nocivi sul nostro organismo, ma viene comunque considerata da bollino verde.PE plastica riciclata e salute

N°2 (verde) Polietene: E’ il più comune fra le materie plastiche proprio per via della sua economicità. Gli usi più comuni sono – isolante per cavi elettrici, film per l’agricoltura, borse e buste di plastica, contenitori di vario tipo, tubazioni, strato interno di contenitori asettici per liquidi alimentari.

Atri utilizzi sono:

  • Rivestimento interno di confezioni in cartone per alimenti (per esempio cartoni del latte)
  • Flaconi per il contenimento di detersivi o alimenti;
  • Giocattoli;
  • Pellicole alimentari;
  • Tappi in plastica;
  • Tubi per il trasporto di acqua e gas naturale;
  • Pellicola di rivestimento di cavi elettrici e telefonici;
  • Palloni stratosferici;
  • Mobili per il giardino (Hularo);
  • Inserti per protesi di ginocchio.PVC  plastica riciclata e salute

N°3 (rosso) Cloruro di polivinile: Viene considerato stabile e sicuro nelle applicazioni tecnologiche a temperatura ambiente, ma estremamente pericoloso se bruciato o scaldato ad elevate temperature e in impianti inidonei al suo trattamento per via della presenza di cloro nella molecola, che può liberarsi come acido cloridrico, come diossina, o come cloruro di vinile monomero. Sebbene sia una plastica riciclabile, il PVC viene recuperato solo parzialmente per via degli alti costi di trattamento.

Risulta essere molto sensibile alla luce ad al calore; questi hanno su di esso un effetto degradativo che si manifesta dapprima con l’ingiallimento e (a temperature più elevate, di circa 180 °C) con la decomposizione dalla quale si libera acido cloridrico, per questa ragione viene pertanto stabilizzato. Il PVC plastificato, ovvero addizionato di additivi plastificanti che ne aumentano la morbidezza, è abitualmente stabilizzato con l’aggiunta di formulati contenenti soprattutto sali di calcio (stearato, ricinoleato), bario e zinco.

LDPE  plastica riciclata e salute

N°4 (verde) Polietilene a bassa densità: Non reagisce a temperatura ambiente, tranne che con forti agenti ossidanti, e alcuni solventi causano rigonfiamento. Può sopportare temperature di 80 °C continuamente e di 95 °C per un breve periodo. Ha una resistenza eccellente (non subisce attacchi) a soluzioni diluite e concentrate di acidi, alcoli, basi ed esteri, e una molto scarsa riguardo gli idrocarburi alogenati, non se ne raccomanda l’uso (fluoro, cloro, bromo e iodio).

Anche questo prodotto viene utilizzato come il PE (non per questo la sua sigla è LDPE) per sacchetti di plastica e bottiglie usa-e-getta.

Altre applicazioni:

  • Vaschette e recipienti d’uso generale
  • Contenitori per il cibo e per l’uso in laboratorio
  • Superfici di lavoro resistenti alla corrosione
  • Componenti che devono essere saldate e lavorate a macchina
  • Componenti che richiedono flessibilità
  • Componenti molto morbidi e pieghevoli
  • Cartoni di succhi di frutta e latte, la cui “intelaiatura” è costituita da una lamina di cartoncino ed LDPE (strato impermeabile interno ed esterno), e spesso da uno strato di alluminio.
  • Parti dello hardware del computer, come il drive del disco rigido e quelli per i dischi ottici
  • Scivoli di parchi-giochi
  • Imballaggi di plasticaPP  plastica riciclata e salute

N°5 (verde) Polipropilene: Si tratta di un polimero semicristallino caratterizzato da un elevato carico di rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all’abrasione, il suo punto di fusione è spesso oltre i 165 °C.

Viene utilizzato per produrre oggetti come zerbini, scolapasta, cruscotti degli autoveicoli, i tappi e le etichette delle bottiglie di plastica, le reti antigrandine, le custodie dei CD, le capsule del caffè, i bicchierini bianchi di plastica per il caffè. L’uso del polipropilene si è esteso a vari campi dell’industria; un esempio importante è la produzione dei tubi per acqua e gas. Il PP ha recuperato rispetto al PE (polietilene) come materia prima per la costruzione di tubazioni per trasporto di acqua e gas in pressione e non: il motivo è da ricercare nelle maggiori performance chimiche e soprattutto meccaniche del PP rispetto al PE.PS  plastica riciclata e salute

N°6 (rossa) Polistirene o Polistirolo: Si tratta di un polimero aromatico termoplastico che comincia a decomporsi ad una temperatura di 270 °C.  È largamente utilizzato per i sistemi di isolamento a cappotto, in particolare viene utilizzato l’EPS 120 in pannelli di diverso spessore e di dimensioni da 100×50 centimetri, e in altri settori applicativi per le sue proprietà meccaniche ed elettriche. L’esalazione di questo prodotto è da considerare altamente cancerogena per l’organismo.

Other plastica riciclata e salute N°7 (rosso) Altro: Come avrete intuito per altro si intendono tutti gli altri materiali che contengono plastica. E qui la lista si fa lunga, si va dal biberon ad un componente per PC.

Tra l’altro cosa molto importante i biberon come alcune bottiglie in plastica, sono realizzati in materiale molto difficile da riciclare e contengono il mostruoso Bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica inventata negli anni ’30 con lo scopo di produrre estrogeno sintetico. È un noto cancerogeno e ormone distruttore che imita l’azione degli estrogeni nel corpo e confonde gli ormoni naturali dell’organismo.

 

Per concludere

Sarebbe un bene per tutti ridurre al minimo l’uso della plastica, almeno per maneggiare e conservare il cibo e altre sostanze che si trovano all’interno e all’esterno della pelle. Un’alternativa potrebbe essere la ceramica, vetro e acciaio inox: i materiali più sicuri conosciuti finora.

E’ consigliato l’utilizzo della plastica considerata meno nociva come la 1 e 2.

Meglio 1, 2, 4 e 5 che 3, 6 e 7. Altro consiglio e di non scaldare contenitori di plastica, questo può essere un problema per coloro che sono dediti al microonde. Ma non è complicato si può utilizzare vetro o ceramica.

Per tutti i codici di riciclaggio Wikipedia

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