Sopravvivenza: Criteri di primo soccorso
Sopravvivenza: Criteri di primo soccorso (Surviving – Istruzioni di sopravvivenza individuale e di gruppo)
Un libro, a mio parere molto interessante, pieno di consigli pratici e utili in caso di sopravvivenza. Tra l’altro è stato approvato dalla Federazione Italiana Survival e dall’International Survival Association. Gli argomenti trattati sono davvero tanti è un po’ come guardare uno dei diversi programmi di Survival in TV, ma con una spiegazione molto più accurata. Chiaramente essendo un libro di sopravvivenza contiene anche informazioni che trattano argomenti delicati, come l’autodifesa in caso di attacco da parte di animali e persone. Perciò non va trascurato il buonsenso, ma questa mi pare una cosa abbastanza intuitiva. Comunque, di seguito inserisco solo alcuni paragrafi che riguardano il primo soccorso (che non fa mai male). Aggiungo, che il libro contiene anche le varie immagini utili al lettore per comprendere e/o creare ciò che viene spiegato.
A parte alcune situazioni di vera sopravvivenza, in cui non ci sono alternative e occorre forse tentare il tutto per tutto, soccorrere un infortunato grave senza possedere sufficienti competenze ed esperienze mediche può essere molto rischioso. Questo sia per il paziente (fisicamente) che per il soccorritore (legalmente). È meglio dunque non peccare di zelo. Non c’è legalmente il rischio di essere chiamati in causa per omissione di soccorso se l’infortunato si trova in una zona ancora critica e a rischio per gli altri o se l’eventuale intervento può esporre a un contagio chi opera senza protezioni (contatto con sangue, respirazione bocca a bocca ecc.).
Vanno però eseguite bene almeno le procedure preliminari per informare subito correttamente il 118 (in Italia) e, in attesa del soccorso, compiere eventualmente azioni utili alla luce dei nuovi protocolli internazionali riferiti al primo soccorso “base”, praticabile anche dai non esperti. Per quanto elementari e crude, queste operazioni possono essere vitali e, in ogni caso, non sono dannose. Allo scopo, occorre consultare i manuali del B.L.S. (Basic Life Support) per “laici” e quelli per la formazione dei soccorritori, reperibili anche sul web (vedere IRC, ERC, AHA). Sarebbe opportuno seguire preventivamente anche un corso pratico.
Ecco, in ogni modo, le primissime regole di comportamento per chi si trova sulla scena di un incidente, indicateci dal Dott. Roberto Balagna (Primario di Anestesia e Rianimazione, Istruttore Elisoccorso 118 Piemonte e Istruttore F.I.S.S.S. H.C.).
Nell’avvicinamento al ferito valutare:
Sicurezza: Valutazione del grado di sicurezza dello scenario: se lo scenario non offre sufficienti garanzie di sicurezza (rischi legati a: incendio, crollo, alluvione ecc.), rimanere in zona sicura e attivare il soccorso 118.
Scena: Valutazione complessiva dello scenario d’incidente: localizzazione, tipologia, eventuali pericoli, visibilità, possibili accessi, numero di feriti, necessità particolari (in parete, in acqua ecc.).
Situazione: Caratteristiche dell’incidente: impatto, caduta, schiacciamento, ipotermia, ferite, asfissia ecc. Caratteristiche del paziente: quanti anni ha? Di che sesso è? Di che razza è? Che aspetto ha? In che postura si trova? Se possibile, individuare il suo gruppo sanguigno (dagli effetti personali).
Appena raggiunto il soggetto
Chiedere al paziente: “Cos’è successo?”
- Se il paziente non risponde può essere grave (vedi B.L.S.).
- Se il paziente risponde significa che ha coscienza presente; vie aeree pervie; ventilazione presente.
- Se il paziente risponde con un tono di voce normale, le vie aeree sono sgombre. Se il paziente risponde con voce roca o manifesta difficoltà a parlare intervallando alcune parole a gasping respiratorio, allora siamo di fronte a una parziale occlusione delle vie aeree.
Valutare il respiro
Presenza (G.A.S.):
- guardo il torace che si alza e si abbassa;
- ascolto il rumore dell’aria che entra ed esce;
- sento con la guancia il flusso dell’aria. Frequenza respiratoria: atti/minuto. Dinamica: espansione simmetrica di entrambi i toraci e adeguatezza del respiro (adeguati movimenti del torace, adeguati movimenti dell’aria).
La situazione è preoccupante nel caso di:
- assenza di respiro spontaneo (respiri agonici a “gasping” equivalgono all’assenza di respiro);
- frequenza respiratoria minore di otto atti/minuto;
- frequenza respiratoria maggiore di trenta atti/minuto;
- rumori respiratori assenti o diminuiti;
- contrazione dei muscoli del collo durante l’inspirazione;
- movimenti di aria piccoli o non rilevabili;
- retroazioni: presenza di spazi intercostali e/o movimenti alternati del torace e dell’addome.
Attenzione! Non intervenite su feriti e malati se non siete medici, paramedici o competenti abilitati e chiedete sempre prima l’intervento e i consigli del personale sanitario, anche per telefono (118 in Italia). Quanto segue è stato mutuato da vari manuali militari e civili per laici (inesperti), confrontato con testi della Croce Rossa e vagliato da esperti, ma va applicato solo ed esclusivamente se vi trovate in zone isolate e senza possibilità di comunicazione. Gli autori diffidano chiunque dall’applicazione sperimentale di queste procedure essenziali senza una reale necessità.
Abbiamo reso il linguaggio meno tecnico possibile e “per tutti”, ma quanto espresso vale solo in caso di survival puro (adattarsi, improvvisare ecc.) e potete tentarlo solo prima di arrendervi alla morte certa, vostra o altrui. Siatene consapevoli e, se intervenite, assumetevi tutte le responsabilità delle vostre azioni.
FEBBRE – Si rileva misurando i battiti del polso (o del collo, a lato del pomo d’Adamo). Se i battiti sono regolari e compresi tra i 60 e i 100 in un adulto, è tutto ok (nei bambini sono più frequenti). Se c’è febbre intervenite con aspirina o chinino o antibiotici secondo il caso e rinfrescate il capo e l’inguine.
INCOSCIENZA – POSIZIONE DI SICUREZZA – Girate la vittima su un fianco con braccia distese in avanti e gambe aperte a forbice in modo che non torni a disporsi supino o bocconi. Ponete il capo di lato poggiandolo su un cuscino di fortuna e spingetegli in alto il mento (capo esteso). Fate in modo che respiri facilmente liberandogli eventualmente le vie aeree da muco o bava e, se potete, chiamate un medico. Nell’attesa create aria con un ventaglio sul volto. Da non fare assolutamente in caso di trauma o sospetto trauma: si potrebbero arrecare danni irreversibili al midollo spinale contenuto e protetto all’interno della colonna vertebrale.
MASSAGGIO CARDIACO – In caso di arresto dei battiti del cuore, soccorrete l’infortunato all’istante e praticategli subito la respirazione artificiale. Stendetelo sul dorso e liberate le vie aeree (vedi respirazione). Guardate e ascoltate segni di respiro. Eseguite due-tre insufflazioni (naso serrato). Controllate il battito dell’arteria carotide mettendo due dita ai lati del collo (se normale, fermatevi qui). Altrimenti, tenendo il pugno a 20 cm dall’infortunato, date un colpo deciso sullo sterno (fra i capezzoli). Lo scopo è di evitare la fibrillazione del cuore. Attenzione! Questa manovra di solito non si consiglia più poiché è molto pericolosa! Il massaggio cardiaco può essere sufficiente. Iniziate poi il massaggio cardiaco nello stesso punto dello sterno: col palmo della mano, coperto dall’altra mano, braccia tese, spalle verticali sulle mani, premete elasticamente per 3-4 cm in basso verso le vertebre a ritmo costante, almeno ogni secondo (100 pressioni al minuto in media). Dopo 30 compressioni eseguite, due insufflazioni bocca a bocca (naso serrato), altre 30 compressioni, altre due insufflazioni. Dopo ogni ciclo, se potete, controllate le pulsazioni della carotide, ma non perdete tempo. Se non c’è ancora battito o respiro: continuate i cicli indefinitamente senza rompere il ritmo (alcune rianimazioni possono durare anche un’ora).
EMORRAGIE – SANGUE – Arrestate con: 1) pressione diretta di una compressa pulita (garza, asciugamano, assorbente, indumento ecc.) sulla ferita; 2) sollevate la ferita al di sopra del cuore; 3) premete il dito sull’arteria (fra cuore e ferita); 4) laccio emostatico. Punti di pressione arterie: premete fino a che il sangue coagula sotto la compressa. Attenzione! Tenete premuto anche dopo, se si lascia potrebbe riprendere l’emorragia! Cuoio capelluto: pressione leggera alla tempia (davanti all’orecchio, al centro). Testa (esterno o interno): pressione moderata sul collo (7 cm sotto l’orecchio, 7 cm sopra la clavicola), premete verso le vertebre. Avambraccio: forte pressione all’interno del braccio a metà tra spalla e gomito. Braccio: premete forte dietro il centro della clavicola, spingete l’arteria contro la prima costola. Sopra il ginocchio: forte pressione all’inguine col palmo della mano, spingete l’arteria contro l’osso pelvico. Sotto il ginocchio: premete dietro il ginocchio piegato. Sangue dal naso: testa all’indietro e leggera compressione sulla narice. In tutti i casi: raffreddate la parte ferita. Laccio emostatico: può provocare la cancrena, non usatelo se è possibile un’alternativa. Nel caso, mettetelo fra il cuore e la ferita (braccio o coscia) e cercate aiuto immediato (allentare ogni 15 minuti).
VOMITO – Disidrata. In caso di mal di mare senza farmaci tenete la testa sollevata all’indietro e diritta e concentrate lo sguardo su un punto fisso e immobile sull’orizzonte (nuvola, costa ecc.). Se dovete invece vomitare per espellere sostanze tossiche o cibo, mettetevi due dita in gola. Attenzione, però: il vomito non è sempre utile! Se le sostanze tossiche sono già state assorbite non serve, mentre, se si tratta di acidi o di elementi caustici, vomitarli peggiora sensibilmente la situazione!
FOLGORAZIONE – Nel caso che qualcuno rimanga folgorato dalla corrente elettrica, intervenite così:
- disattivate l’impianto elettrico chiudendo l’interruttore generale prima di soccorrere e senza toccare il folgorato;
- se non è possibile chiudere la corrente isolatevi con zoccoli di legno o salite su materiale isolante asciutto (legno, plastica, stoffa, tappeti, libri ecc.);
- allontanate il corpo dell’infortunato dalla fonte di elettricità con un bastone di legno asciutto (manico di scopa o altro);
- se non respira praticate la respirazione artificiale bocca a bocca;
- se il cuore non batte praticate il massaggio cardiaco;
- sistemate l’infortunato in modo che possa respirare (vedi “Posizione di sicurezza”) e non somministrategli farmaci o bevande prima dell’arrivo del soccorso medico (da chiamare subito).
USTIONI – Dolore estremo, lo shock può uccidere. Mettete la parte interessata immediatamente nell’acqua (immersione totale): ciò impedisce l’ossidazione e il diffondersi delle bruciature (nell’aria la pelle continua a bruciare). Togliete le tracce di stoffa, ma non asportate le parti appiccicate. Coprite con compresse di vasellina non adesive. Usate materiale sterile (pericolo di infezioni). Non usate cotone. Non rimuovete cera o parti metalliche. Non aprite le vesciche. Date da bere all’infortunato molta acqua lievemente salata a piccoli sorsi: compensa i liquidi e i sali persi dai tessuti.
SOFFOCAMENTO – Da cibo o simili: asportate dalla bocca corpi estranei, lingua in avanti. Cinturate la vittima abbracciandola da dietro (testa penzoloni), afferratevi un polso con l’altra mano posizionando la presa, a metà tra l’ombelico e lo sterno: stringete elasticamente con decisione verso di voi: l’aria forzata del diaframma espellerà il corpo estraneo. Da soli, appoggiatevi a un tronco o a qualcosa che sporge e stringete violentemente contro la base del torace. Nel caso che qualcuno venga colpito da un fulmine, rianimatelo nello stesso modo
CONGELAMENTO SOTTO ZERO GRADI – Pelle bianca, morta, insensibilità al tatto, rigidezza (ma prima arrossamento, formicolio, dolore): grave, cercate aiuto, si sta necrotizzando (morendo) la pelle, con possibilità di cancrena. Non sfregate con la neve. Sgelate rapidamente contro il corpo o in acqua a 37 ° C: non avvicinare al fuoco. Non camminate con i piedi congelati. Non sgelate se esiste la possibilità di un ricongelamento. Niente alcolici. Trattate come per le bruciature. Prendete aspirina, liquidi caldi. Formicolio, bruciore e dolore indicano l’inizio dello scongelamento: attenzione a indumenti o scarpe strette. Riscaldate con le parti più calde del corpo: inguine, ascelle. Muovetevi. Indossate indumenti caldi e asciutti; infilate maglie e camicie senza mettere le braccia nelle maniche. Diminuite la superficie del corpo esposta al freddo. Asciugate le calze bagnate. Muovete le dita. La lana, anche bagnata, sulla pelle è la cosa migliore e va messa sempre per prima (per ultimi indossate i materiali sintetici e impermeabili); ottimi anche i pile e le microfibre.
COLPO DI SOLE – È grave (disidratazione). Cefalea. Pelle secca e calda. Assenza di sudore, delirio, polso accelerato, febbre alta. Abbassate la temperatura a ogni costo, reidratate. Frizionate gli arti. Mettete l’infortunato sulla schiena, testa sollevata all’ombra e al vento. Roteate rapidamente uno straccio bagnato (l’evaporazione raffredda immediatamente l’acqua) e applicatelo sulla testa. Non bagnate direttamente i capelli. Niente fumo. Denudate, avvolgete in pezze bagnate e create aria con ventaglio in continuazione finché non passa. Fate bere acqua leggermente salata e zuccherata poco alla volta.
MAL DI MARE – Concentrate la vista su un punto fisso all’orizzonte (monte, albero, casa, stella ecc.), altrimenti sdraiatevi nel punto più basso e centrale della barca e chiudete gli occhi.
VUOTO E VERTIGINI – Non guardate sotto nel vuoto e concentrate l’attenzione sull’oggetto fisso più vicino. Respirate bene e lentamente.
Libro: Surviving. Istruzioni di sopravvivenza individuale e di gruppo
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