Tecnologia: Dispositivo in grado di comunicare con pazienti in coma
Dispositivo in grado di comunicare con pazienti in coma
E’ possibile comunicare con persone in coma?
Un gruppo di scienziati canadesi stanno sviluppando un computer in grado di interpretare i pensieri, un qualcosa che aiuterebbe a comunicare con le persone in coma.
Il dispositivo è progettato da un gruppo di scienziati della University of Western Ontario, Canada, i quali hanno utilizzato tecniche di neuroimaging, per interpretare i pensieri umani differenziando l’attività del cervello, dopo il trasferimento di specifiche risposte basilari, “sì” o “no”. questo è quanto è stato riferito in un articolo pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience.
Secondo gli scienziati, questa ricerca potrebbe condurre ad una nuova e unica forma per comunicare con i pazienti in coma.
L’immagine mostra la reazione del cervello di un paziente in coma in base alla risposta
“L’interpretazione del pensiero umano dietro l’attività del cervello, senza ricorrere alla parola o azione, è una delle frontiere più provocatrici e impegnative di moderne neuroscienze. In particolare, i pazienti che sono pienamente consapevoli e sveglio, ma a causa di danni cerebrali non sono in grado di mostrare nessuna capacità di risposta comportamentale, espongono limiti del sistema neuromuscolare e hanno bisogno di forme alternative di comunicazione”, spiega la leader del gruppo, Lorina Naci.
I partecipanti dell’esperimento condotto dagli scienziati, dovevano concentrarsi sulle semplici risposte “sì” o “no”, a domande come: “Sei sposato?” o “Hai fratelli e sorelle?”. I volontari dovevano solo pensare alla risposta, ma senza pronunciarla verbalmente.
L’esperimento ha mostrato ottimi risultati, gli scienziati sono stati in grado di decodificare il 90% delle risposte dei volontari, la maggior parte delle quali sono stati trasmesse in circa tre minuti durante la scansione cerebrale.
“I punti di forza di questa tecnica sono specialmente la facilità d’uso, dal momento che non necessità di molta energia per funzionare, e la risposta è abbastanza rapida, è un buon modo per riuscire a tenere una comunicazione anche se basilare con qualunque paziente in stato di coma, sia in grado di realizzare una comunicazione cerebrale”, afferma Lorina.
Il team di Naci sta già testando la tecnologia per comunicare con i pazienti in coma, privati dalla capacità di rispondere che potrebbero essere mal diagnosticati.
Per maggiori informazioni: http://www.cusacklab.org/downloads/nacietal_jon2013.pdf
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