Rapimenti alieni: il caso di Juan Ramón Guede

Rapimenti alieni: il caso di Juan Ramón Guede

È l’estate del 1989, il giovane undicenne Juan Ramón Guede, si trova in compagnia dello zio. Mentre stanno facendo ritorno da una scampagnata nei pressi della località galiziana di Tuy, avviene un fatto anomalo. Erano circa le 18:00, e si trovavano a pochi chilometri dalla città, quando ad un certo punto lo zio ferma la sua Seat 127 notando una sfera di luce in fondo alla valle. Juan Ramón scende dall’auto incuriosito, nonostante quest’ultimo gli suggerisce di entrare in auto. Il giovane ragazzo rimane abbagliato, ipnotizzato da quello strano oggetto volante.

«Mi sentii immobilizzato, riuscivo a stento a muovere la testa e gli occhi. Quel fascio di luce mi sollevò da terra…»

Oggi (2015) Juan ha 36 anni. Accetta di sottoporsi ad ipnosi regressiva perché vuole vederci chiaro.

Tutto si era fermato, è un’inquietante silenzio permeava intorno al giovane ragazzo…

«Mi trovavo al di sopra di tutto, guardando in basso vedevo l’auto, ma con mia sorpresa, vidi me stesso accanto quella Seat 127 rossa con lo sguardo verso l’alto. Nel lato opposto c’era mio zio, anche lui aveva lo sguardo rivolto verso l’alto. È stato impressionante».

Juan Ramón Guede sostiene di essersi trovato in un ambiente sconosciuto, sdraiato sopra una sorta di barella metallica davanti a dei piccoli esseri che indossavano delle uniformi con un colore simile alla loro pelle.

La descrizione degli strani esseri corrisponde alla razza aliena nota come – i Grigi. Egli parla degli strani occhi molto scuri disposti a mo’ d’insetto (‘V’). Tuttavia, pare che queste creature non erano sole. Juan ricorda la presenza di esseri umani molto alti e robusti dai capelli biondi, vestiti con una strana uniforme attillata che presentava alcuni simboli. Quello che ricorda maggiormente è il triangolo rovesciato posto sul petto, una sorta di logo. Pare che queste persone avessero uno sguardo ipnotizzante, che trasmetteva un senso di pace interiore.

Il biondo” disse di restare tranquillo perché non gli sarebbe accaduto nulla. Fatto sta, che ad un certo punto, il giovane vede una specie di marchingegno dotato di diversi aghi (o qualcosa di simile). Questa è l’ultima cosa che ricorda. Juan è convinto di aver perso i sensi poco dopo.

Si ritrova accanto l’auto nella stessa posizione. «Vivevo la stessa scena all’inizio del fenomeno UFO: la sfera luminosa fluttuava nell’aria». Juan Ramón e suo zio si guardarono l’un l’altro chiedendosi cosa fosse accaduto. Al che, lo zio si raccomanda di non parlare di quello strano episodio in famiglia, probabilmente perché aveva dell’incredibile.

Entrambi entrano nel veicolo per proseguire verso casa. Solo in quel momento si rendono conto di aver perso alcune ore del loro tempo (vivono un “missing time”). Erano circa le 18:00 quando accadde, mentre una volta arrivati a casa, le 22:00. Erano molto vicini, la loro casa distava a pochissimi chilmetri, eppure hanno impiegato circa 4 ore.

Che cosa è successo in quelle 4 ore circa? Juan Ramón ricorda di aver trascorso solo qualche minuto all’interno di quella che sembrava una stanza illuminata, sdraiato in una barella, in compagnia di sette esseri.

Suo zio non volle più parlare di quello strano episodio, ma Juan Ramón non la pensa allo stesso modo. Quei ricordi, le strane sensazioni sono indelebili, vuole sapere cosa è realmente accaduto quel giorno. È stato rapito? In caso affermativo – che cosa è successo dentro l’UFO?

Durante un’intervista per il programma Cuarto Millenio, diretto e presentato da Iker Jimenez, Juan Ramón Guede viene rintracciato grazie ad un buon amico e pioniere dell’ufologia e paranormale, in Galizia: Fernando Magdalena, che ha avuto contatti con Juan Ramón, afferma che “il ragazzo è sincero.” Per cui propone di sottoporre Juan a una regressione ipnotica.

Cuarto Millenio accetta la proposta rivolgendosi al dottor Miguel Angel Pertierra, autore di The Last Door: esperienze di premorte (Oberon, 2014), un lavoro eccezionale dove il chirurgo si occupa di analizzare casi di esperienze premorte (il medico è anche ipnoterapeuta).

Pertierra, collabora regolarmente con AÑO/CERO e Cuarto Millenio ed è un’esperto di ipnosi. Ha parlato con Juan Ramón per telefono, il quale non era molto convinto, ma dopo aver conosciuto di persona il medico, cambia idea.

A quanto pare Juan Ramón soffre di agorafobia dal 2000. Si tratta di una sensazione di paura o grave disagio, che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all’aperto, temendo di non riuscire a controllare la situazione che lo porta a desiderare una via di fuga immediata verso un luogo da lui reputato più sicuro. Chi ne soffre spesso diventa completamente dipendente dalle mura domestiche, oppure è costretto ad uscire di casa solo quando è accompagnato.

Si sospetta che questa fobia sia legata a quella (forse) spiacevole esperienza. L’ipnosi regressiva può essere d’aiuto, non solo per ricordare quello strano episodio, ma anche per “curare” tale fobia.

rapimenti alieniInizia la regressione:

  • Dr. Pertierra: Chiudi gli occhi Juan Ramón. Rilassati… immagina ora di ascoltare una musica rilassante… senti questa musica… sei in una spiaggia bianchissima… il cielo è di un blu profondo… come l’acqua del mare.
  • Juan Ramón: È molto bello – sussurra disteso sul letto, ma vedo qualcuno che si avvicina. In quel momento la pulsazione del testimone accelera raggiungendo i 99 battiti per minuto (è tenuto sotto osservazione).
  • Dr. Pertierra: Chi è la persona che viene verso di te?
  • Juan Ramón: È mio padre, è morto diversi anni fa – dice il giovane tremante.
  • Dr. Pertierra: Chiedi qualcosa a tuo padre…
  • Juan Ramón: Papà, perdonami, perdonami per non essere venuto al tuo funerale, ma l’agorafobia non me l’ha permesso – parla piangendo.
  • Dr. Pertierra: Cosa dice tuo padre? indaga il medico sotto l’occhio vigile di Fernando Maddalena, che tocca il braccio Juan Ramón rassicurandolo.
  • Juan Ramón: Di non preoccuparmi, e che mi vuole bene.
  • Dr. Pertierra: Chiedi a tuo padre se può contribuire per curare l’agorafobia.
  • Juan Ramón: Sì, per questo è venuto, vuole aiutarmi – ora il suo ritmo cardiaco è normale.

Il Dr. Pertierra dopo alcuni minuti cerca di regredire il testimoniare a quello strano episodio, il probabile rapimento alieno avvenuto sulla strada, nei pressi di Tuy, a metà del 1989.

Juan Ramón era sul sedile del passeggero accanto allo zio, entrambi ascoltavano la musica. Poi tutto d’un tratto inizia lo strano episodio: «Adesso ci fermiamo, e vedo alla mia destra una luce che sorge dal fondovalle, si ferma sopra la macchina. È molto grande, più grande di una casa! È blu-bianco».

Il testimone ripete ciò che aveva già detto prima della regressione, ovvero che ad un certo punto è stato come risucchiato da un fascio di luce, e ha visto il suo doppione in basso. Come se il corpo è rimasto al suo posto mentre lo spirito o l’anima è stata rapita, una sorta di proiezione astrale.

Mentre racconta quell’episodio, Juan mostra una certa tensione/euforia e continua a ripetere: «Sto volando, sto volando! Mi stanno prendendo!». Poi è comparso in una stanza molto luminosa, vede una luce bianca, ma non accecante. Dopodichè, dice di essersi trovato in piedi, e non come ricordava sopra una sorta di barella. È circondato da sei piccoli esseri grigi. Lo prendono per mano accompagnandolo in una specie di lettino che si trovava al centro della stanza, dove lo fanno distendere.

Sono nostri fratelli…
Juan Ramón, sostiene che sta osservando il nostro pianeta, la Terra, anche se non gli è ben chiaro se dall’apertura di una finestra o tramite uno schermo televisivo. D’un tratto osserva scene di guerra, seguite dalla visione di un campo verde con diversi alberi. «Dicono che è una fase della mia crescita personale, e che hanno già fatto questo con altre persone, molto poche», mormora: «Vedo sfere di luce intorno a me … di vari colori… dicono che siamo tutti connessi… che mi stanno dando una mano, penso che sia il loro capo. È alto e robusto».

Juan Ramón sembra tranquillizarsi, poi continua: «Ora sono intorno a me, mi sento come immerso in un’energia rivitalizzante, positiva… mi circonda, è come un arco di energia. Stanno manipolando qualcosa, sono intorno a me con le mani tese. Mi toccano l’anima con le loro mani, sento come dei crampi».

In questo momento un’essere alto, biondo e con gli occhi azzurri, gli mostra immagini di galassie a spirale e pianeti. «Dice che non siamo soli nell’universo, che sono nostri amici, fratelli. Sono come angeli… dice che ho qualcosa dentro, un’energia che aiuterà molte persone».

Juan Ramón asserisce che gli esseri hanno inserito una sfera di luce all’interno del suo corpo.

Si tratta per caso di una sorta di impianto per il controllo dell’addotto?

Forse è una metafora. La luce come forma di conoscenza?

Ma la risposta sembra essere un altra: «Inseriscono questa luce che sembra fungere da scudo. Come se mi stessero preparando a insegnarmi a proteggere le persone».

A quel punto, Juan Ramón compie un gesto strano come se subisce una breve scossa elettrica, quindi il medico domanda cosa stesse accadendo. «Hanno alcuni strumenti, vedo una specie di tubo di ferro… proiettano luce nei miei occhi… Mi stanno pungendo l’occhio!», afferma Juan Ramón.

Perché? – Chiede il medico.

«Non so… ora stanno inniettando un liquido giallo fluorescente, nell’ascella sinistra. Sento che si sta diffondendo in tutto il corpo; ho caldo, mi da forza. Sto volando! Adesso sto scendendo fino alla macchina, dove si trova mio zio».

Dopo qualche minuto, il dottor Pertierra conclude la regressione e Juan si sveglia con aria pacata. La testimonianza di Juan ha molto in comune con altri casi di rapimenti alieni, un fenomeno tutt’oggi molto difficile da comprendere, e di cui si preferisce non parlarne, nonostante le migliaia di testimonianze.

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